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L’italia del riciclo tra luci e ombre

Secondo il rapporto “L’Italia del Riciclo 2015”, realizzato dalla Fise-unire (la Federazione di Confindustria che riunisce le imprese del recupero) e dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile sul riciclo ed il recupero dei rifiuti in Italia, cresce il riciclo degli imballaggi, dei RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), dei pneumatici e della frazione organica. «Il rapporto – sottolinea il Presidente di Unire Anselmo Calò – evidenzia come il riciclo in Italia sia riuscito a resistere alla recessione prolungata restando competitivo», decollando verso numeri «di livello europeo, sia pure in modo non omogeneo, perché – sottolinea  Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile – permangono zone di arretratezza in alcune regioni». Per gli imballaggi – che rappresentano solo il 7% circa dei rifiuti totali – la crescita è stata del 2% con il 66% dei materiali avviati a riciclo (la carta è all’80%, l’acciaio e l’alluminio al 74%, il vetro al 70%). Notizie positive, è vero, ma le zone d’ombre sono ancora molte. A partire dal saldo import/export. Dall’analisi presentata risulta che i rifiuti urbani e speciali scambiati dall’Italia con l’estero nel 2014 ammontano a 5,9 Mt per l’import e 3,8 Mt per l’export, con entrambi i flussi in crescita rispetto agli anni precedenti. Dietro questi numeri si nasconde e accentua un paradosso ormai tipico, purtroppo, della realtà italiana. «L’analisi simultanea dei dati di import e di export consente inoltre di evidenziare le “sovrapposizioni” esistenti tra i flussi – si legge nel report –,  con l’obiettivo di individuare tra i rifiuti esportati i potenziali “succedanei” di quelli importati». Il risultato è che almeno 450.000 t., ovvero l’8% sul totale importato potrebbe essere benissimo reperito tra i rifiuti prodotti nel nostro Paese invece che incrementare le importazioni. Anche l’esportazione nasconde un punto debole della gestione nostrana, ovvero la carenza di impianti, fondamentali per una corretta gestione dei rifiuti. Per scaricare il rapporto clicca qui.


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